San Domenico
Storia della chiesa di San Domenico
Fuori dalla Porta Reale (una delle quattro porte dell’antico abitato di Palo) esisteva una cappella dedicata alla Madonna di Costantinopoli con Confraternita di laici e convento di preti. Si apprende da una relazione dell’arcivescovado Granafei all’Università di Palo del 12 luglio 1670 che, avendo i preti lasciato il convento ed essendo stata sciolta la Confraternita dei laici per ordine della congregazione del S. Ufficio, la contessa di Conversano, padrona della Terra di Palo, richiese che il convento, con la cappella, venisse affidato ai Domenicani.
La chiesa venne riedificata dai Domenicani dal 1731 al 1734, data quest’ultima scolpita sul campanile. Essa è dedicata alla Madonna di Costantinopoli, come la primitiva cappella tuttavia viene comunemente chiamata chiesa di San Domenico.
Lo stile della chiesa è barocco settecentesco. Essa è preceduta da un piccolo sagrato e recinto da ringhiera di ferro, cui si accede con due rampe laterali.
Inoltre, la FACCIATA è divisa orizzontalmente in due ordini da una cornice: l’inferiore è del tempo dei Domenicani e il superiore fu eseguito due secoli dopo. Sul lato sinistro si erge un CAMPANILE ad altana, aperto in ogni lato da finestre con ringhiera di ferro e terminato da cuspide piramidale.
All’interno è presente la statua di S. Lucia, Crocifisso in legno nero e dipinti ad olio su tela rappresentanti S. Vincenzo de’ Paoli, la Madonna del Rosario, S. Domenico di Guzman.
La volta è a botte lunettata, scompartita da archi in diversi campi.
In conclusione, la balaustra del presbiterio è in pietra a forma sagomata. L’altare maggiore è in marmo con listelli intarsiati.